Il ponte sul tevere
Malgrado il nome che
la tradizione popolare gli ha attribuito (“Ponte di Augusto”), il
monumento che più di ogni altra cosa ha dato splendore e fama alla
città di Orte non risale al I sec. d.C. e nemmeno all’età
imperiale, bensì esso venne probabilmente costruito attorno al XII
sec. d.C..
Durante il periodo
romano il Tevere doveva essere attraversato ancora più a monte da
un altro ponte, forse in corrispondenza del Porto fluviale di
Seripola, e del quale oggi non si hanno che pochissime tracce. Il
Leoncini riporta notizia di un tal M. Arcangelo Alonio, cittadino
ortano, il quale in Germania avrebbe letto una ‘Historia’ in cui
era narrato che il detto ponte fu voluto dalla consorte di Pompeo
Magno, dovendosi essa recare in carrozza a Roma da Amelia, dove il
marito riposava ammalato. Naturalmente come ogni notizia di tal
genere la cosa va trattata in modo critico.
Il ponte che unisce
le due sponde del fiume era senza dubbio il primo attraversamento
a nord di Roma ed era collegato alla famosissima Via Amerina,
importante per i traffici commerciali e per l’accesso all’Umbria.
In breve tempo la
presenza del “Ponte di Augusto” fece la fortuna di Orte. Molte
persone transitavano su di esso ogni giorno e ben presto la città
venne ad essere punto di scambi commerciali, con importantissimi
mercati del bestiame e altri generi, accrescendo di conseguenza il
suo indice demografico e la sua importanza strategica.
Ed è proprio per la
sua posizione strategica che il ponte fu munito di due imponenti
torri alle estremità. Ciascuna era guarnita di porte e camminatoi,
ed erano costantemente controllate da soldati. Questo perché, in
caso di minaccia bellica, si rendeva possibile chiudere agli
eserciti nemici l’attraversamento del Tevere e allo stesso tempo
controllare l’intera zona.
Per i grandi
benefici che questo passaggio apportò alla città, esso fu adottato
nello stemma cittadino, e ancor oggi è un simbolo a cui la
popolazione di Orte è molto affezionata.
Il ponte crollò una prima volta nel 1514, a causa di una
fortissima piena, ma fu presto ricostruito. Fu però nel 1524 che
una piena ancora più disastrosa fece rovinare di nuovo il ponte; a
quell’epoca la città, pur mantenendo una certa importanza, non
poteva pareggiare con lo splendore di cui godette nel Medioevo, e
quindi l’importante ponte non fu più ricostruito. Oggi i suoi
resti emergono ancora dal fiume, quando questo ha un livello
basso, e possono essere osservati dal Belvedere e dai giardini
della Rocca.
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